Renault R 19 1.8 16 V 3 PORTE

| FRASE CLAIM |

130000 km

1992

1764 | F7P | 140 CV

215 Km/h

ND

Prodotta: 1990 / 1995

Renault 19 è una berlina di segmento C prodotta dalla casa automobilistica francese Renault dal 1988 al 1997 in Europa e fino al 2001 in alcuni mercati emergenti. La R 19 1.8 16 è stata una versione prodotta dal 1990 al 1995.

Il progetto X53 destinato a dare i natali alla 19 fu avviato nel 1983, poco dopo il lancio commerciale della Renault 11, quest’ultima una vettura chiamata a sostituire la poco apprezzata Renault 14 e ad affiancare la “sorella” R9, caratterizzata da una classica linea a 3 volumi. In realtà, sia la Renault 9 che la Renault 11, pur riscuotendo maggiori consensi della 14, non raggiunsero i numeri di vendita sperati e quindi ottennero un successo solo parziale, andando così ad aggiungersi alle varie cause che negli anni ottanta fecero piombare la Régie in una profonda crisi economica.

La produzione fu avviata nel maggio del 1988, ma la presentazione e la successiva commercializzazione avvennero solo a partire dal 5 settembre in Francia. Entro la fine dell’anno la commercializzazione venne estesa a tutti gli altri Paesi europei. Per meglio sollecitare l’interesse della clientela, il prezzo fu del 10% inferiore rispetto alla R11 uscente. Tale possibilità fu offerta da una strategia produttiva tesa a ridurre i tempi di produzione della vettura: l’assemblaggio di ogni esemplare di 19 richiedeva infatti 18 ore di lavoro, contro le 20 previste per un R11 e le 25 previste negli anni precedenti per una R14.

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Va detto che la 19 non brillava certo per l’originalità delle sue linee, ma di certo risultava più moderna rispetto ai modelli che andava a sostituire. La linea, disegnata in collaborazione con la Italdesign di Giorgetto Giugiaro, era del tipo a due volumi e mezzo, simile nell’impostazione a quella della R11, rispetto alla quale la 19 risultava però più aerodinamica grazie al lavoro di affinamento delle linee, ed in particolare del frontale, caratterizzato da una calandra praticamente assente e sostituita dal prolungamento del cofano motore, quest’ultimo piuttosto spiovente. Di semplice disegno anche i fari anteriori di forma rettangolare. L’estrema linearità del frontale ha permesso il raggiungimento di un Cx pari a 0.30. Il paraurti avvolgente (sempre per esigenze di aerodinamica) con presa d’aria integrata portava un tocco di grinta alla vista della parte anteriore della vettura. La fiancata, anch’essa semplice e lineare mostrava una linea di cintura non molto alta, il che rendeva più agile il corpo vettura, mentre la coda, piuttosto sviluppata in altezza, era caratterizzata dall’ampio portellone dotato di un piccolo spoiler integrato e da gruppi ottici quadrati. Anche il paraurti posteriore aveva un disegno avvolgente.

L’abitacolo era spazioso sia per gli occupanti anteriori che per quelli posteriori. Il posto guida era caratterizzato da un volante leggermente disassato rispetto al sedile, ma in compenso la plancia era caratterizzata da una console centrale leggermente rivolta verso il conducente e da un cruscotto molto completo relativamente alla fascia di mercato che la 19 andava ad occupare. I vetri laterali anteriori (ma non posteriori) erano attivati elettricamente, dalla consolle centrale del cruscotto, vicino all’interruttore della sicura centralizzata; la R19 aveva anche un sistema antiappannamento per il lunotto e un telecomando centralizzato ad infrarossi con comando attivato dalla chiave principale (che aveva anche una fotocellula, pila e bottone d’azionamento). Il sensore del telecomando era sistemato sul tetto, appena dietro il parabrezza, con una piccola struttura ricoperta da una struttura di plastica che lo proteggeva. La linea di cintura piuttosto bassa implicava una più estesa superficie vetrata e quindi una maggior luminosità nell’abitacolo, ma anche una elevata visibilità, maggiore anteriormente e lateralmente, minore quella posteriore, dato il cofano rialzato e il lunotto di dimensioni relativamente piccole, senza la forma ‘a goccia’ tipica delle Fuego e R11. Il bagagliaio era molto capiente ed era più ai livelli di alcune station wagon medie dell’epoca che non a quelli di una normale berlina di segmento C: in configurazione standard si arrivava a ben 386 litri, contro i 330 litri di una delle più spaziose segmento C dell’epoca, cioè la Fiat Tipo. Abbattendo lo schienale posteriore, poi, tale valore raggiungeva 1.310 litri e si poneva al di sopra dei 1.200 litri della Fiat Regata Weekend. Tale elevato valore di capienza del bagagliaio della 19 è stato reso possibile grazie ad alcuni accorgimenti, come ad esempio la sistemazione della ruota di scorta sotto il piano di carico.

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